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Il 7 ottobre 2023, Abdulrazak Gurnah ha tenuto una lezione dal titolo From History to stories: the power of creative writing nell’ambito dei Seminari di Anglistica dell’Università del Salento, organizzati dalla prof.ssa Maria Renata Dolce, Ordinaria di Letteratura inglese presso il Dipartimento di Studi umanistici. Al termine dell’incontro, cui hanno partecipato anche alcune classi liceali, si è tenuta questa intervista.

Ormai da tempo, la scrittura di Giovenale è testimonianza in atto di una ricerca progettuale, laboriosissima, che investe il fare poetico nella convergenza di plurimi riferimenti culturali e apporti teoretici. Sono i necessari approfondimenti per testare la tenuta e le possibilità sociali del linguaggio lirico all’altezza del presente. Laddove la pratica di nuove strade di comunicazione (la rete come archivio aperto, deposito di tracce ragionative, vetrina di scambi intellettuali) non è disgiunta da un (invisibile…

Il terremoto che alle prime luci dell’alba dello scorso 6 febbraio ha devastato il sud est della Turchia e il nord ovest della Siria ha mietuto più di 50 mila vittime in oltre 11 province dei Paesi. La collettiva fotografica “La fine di un mondo”, esposta presso il convento degli Agostiniani a Lecce dal 9 al 22 settembre, si propone di raccontare il dramma attraverso lo sguardo di sei fotografi e giornalisti che lo hanno…

Sul materialismo di Volponi

Scritto da - Sabato, 26 Agosto 2023 17:57
Eretico e “fuori-canone” sin dagli esordi lirici e poi nelle colate espressive dei romanzi e delle ultime raccolte in versi – nell’edificazione febbrile di una prassi di scrittura ispirata alla più anarchica osmosi dei generi e delle forme letterarie, tra poesia e prosa, epica e saggismo –, testimone e interprete controcorrente delle diverse mutazioni che hanno intaccato il midollo della società italiana dagli anni Cinquanta-Sessanta fino alle soglie del nostro millennio, Volponi resta all’altezza di…

La poesia di Umberto Fiori trae forma da un ineludibile e costante confronto con la canzone e con la sua “parola incarnata”. “Confrontarsi –come affermerà il poeta stesso – non significa adeguarsi”, al contrario, vuol dire essere consapevoli dei contrasti e delle differenze che sussistono nei legami tra musica e poesia per far sì che quest’ultima possa rivendicare “le ragioni profonde e antiche della propria disincarnazione” senza, tuttavia, rinunciare alle contaminazioni contemporanee. Nato a Sarzana…

Ci sono individui incapaci di vivere con naturalezza, individui per i quali il mentale (nella sua virtualità) è l’unica dimensione che conta, e l’esistenza rappresenta lo scacco definitivo. Non esiste per certi individui oltraggio più grande dell’essere stati messi al mondo. La parola “mondo”, come sappiamo, «significa la totalità delle cose come oggetto dato», ma questa totalità non è necessariamente ordinata secondo un qualche principio (non per forza si configura come “cosmo”), anzi il cosiddetto…

Belluno, andantino e grande fuga (Einaudi, 2019) è il frutto di dieci giorni di una felicità nella disperazione, un’eccitazione nella calma: così afferma la poetessa Patrizia Valduga in un’intervista rilasciata a Silvia Raghi per Medium Poesia. Considerato il breve tempo di stesura e l’euforia che l’ha accompagnata potremmo presumere che Patrizia Valduga si sia ritrovata, per servirci di una vividissima immagine esposta dall’autrice stessa, in un nuovo “punto di sella”. Uno stato di perfetto equilibrio…

Non c’è in Pagliarani , a differenza che in altri casi di pedagogia poetica, una volontà di costruire una scuola, un discepolato, di programmare dei propri cloni; al contrario Pagliarani per tutta la vita e soprattutto in quegli anni ha incoraggiato la diversità, la mutevolezza, la bellezza cangiante (come dice l’Hopkins tradotto da Montale) dei giovani poeti: la possibilità quindi, addirittura, di ispirarsi lui stesso a quelle testualità così acerbe.

Il «Volgar’eloquio»: l’ultimo Pasolini

Scritto da - Domenica, 23 Luglio 2023 19:42
Mi concentrerò sulla conferenza tenuta il 21 ottobre del 1975 al Liceo Palmieri di Lecce, che Pasolini decise di intitolare Volgar’eloquio recuperando un brano da Bestia da stile (1974), con l’obiettivo di collocare con esattezza all’interno della sua opera quell’intervento che rappresenta l’ultima occasione nella quale lo scrittore partecipò a un dibattito in pubblico prima dell’assassinio. Per farlo, dobbiamo immaginarci il suo tavolo di lavoro a quell’altezza cronologica: si trattava di un laboratorio o di…