Sabato, 03 Giugno 2017 09:28

Echi delle danze sufi in Franco Battiato: “la voce del Padrone” negli insegnamenti di Gurdjieff

Scritto da Alessio Paiano
Franco Battiato Franco Battiato

Delineare un percorso all’interno della carriera di Francesco “Franco” Battiato vuol dire non analizzarne solo l’opera musicale, ma soprattutto l’evoluzione filosofica che è sempre stata alla base di ogni sua produzione artistica. Per questo proponiamo, in quest’articolo, una divisione in tre momenti fondamentali: il periodo ‘giovanile’, dal 1964 al 1975, cioè dagli anni del trasferimento a Milano, con la scoperta della musica sperimentale; una seconda fase di studio dell’Oriente mistico-esoterico attraverso la mediazione di Georges Ivanovič Gurdjieff (di cui ci occuperemo in quest’articolo); infine, dal 1993 in poi, l’incontro e la collaborazione con il filosofo Manlio Sgalambro, co-autore o autore unico di tutti i testi degli album successivi, incluso il singolo di maggiore successo commerciale, La cura, scritto a quattro mani con lo stesso Battiato. 

 

 

A Milano il giovane catanese cerca di farsi conoscere come cantante di musica leggera, facendosi notare da Giorgio Gaber, che nel 1967 lo invita come ospite a Diamoci del tu, programma condotto con Caterina Caselli; data la presenza di un altro ospite della trasmissione, Francesco Guccini, Gaber consiglia a Battiato di presentarsi come “Franco”, nome che da qui in poi adotterà anche nella vita privata. In questo periodo Battiato vive del suo lavoro di autore per altri artisti, la maggior parte partecipanti al festival sanremese, ma il progetto di una vera e propria carriera musicale stenta a decollare. 

Nel 1971 avviene il cambio radicale con il passaggio alla musica elettronica e la collaborazione con l’etichetta Bla Bla. È per Battiato una fase di grandissima sperimentazione sonora, di avanguardia pura, tanto da poter vantare di essere tra i primissimi possessori del primo sintetizzatore portatile della storia, il VCS3, strumento simbolo della musica elettronica; esclusiva che in quell'anno condividerà con i Pink Floyd, che lo utilizzeranno per l’album Meddle (1971), in cui è contenuto il capolavoro Echoes.

Si collocano in questo periodo alcuni concept-album: Fetus (1971), che tratta il tema della nascita dal punto di vista di un feto, in un’ambientazione pre-natale dove la formazione del corpo è il risultato di un processo quasi artificiale: “Meccanici i miei occhi/ di plastica il mio cuore/ meccanico il cervello/ sintetico il sapore/ meccaniche le dita/ di polvere lunare/ in un laboratorio/ il gene dell’amore” (dal brano Meccanica). 

Successivamente esce Pollution (1972), in cui Battiato analizza le prime conseguenze del boom economico in Italia, quindi l’inquinamento, come nel brano Plancton, in cui l’uomo torna all’origine della vita organica, l’acqua, trasfigurandosi in un pesce: “Le mie mani diventano squame/ sotto il mare sta cambiando la mia struttura/ e il mio corpo è sempre più uguale ai pesci/ I miei capelli diventano alghe”. In altri momenti Battiato si scaglia più esplicitamente contro la fabbrica, come ne Il silenzio del rumore, dove il posto di lavoro nella catena di montaggio diventa luogo di alienazione e fonte di rumori assordanti che l’uomo, assuefatto a essi e parte ormai del meccanismo, percepisce solo come «silenzio» e solitudine: “il silenzio del rumore/ delle valvole a pressione/ i cilindri del calore/ serbatoi di produzione/ Anche il tuo spazio è su misura”; qui Battiato parla in prima persona all’operaio, inconsapevole della sua reale “funzione”, del suo valore umano e della sua “libertà”, perché ormai automatizzato e inglobato nel sistema di sfruttamento: “Non hai forza per tentare/ di cambiare il tuo avvenire/ per paura di scoprire/ libertà che non vuoi avere.../ Ti sei mai chiesto quale funzione hai?”. 

L’ultimo grande successo del periodo sperimentale è Clic (1974, tra i brani Propiedad Prohibida, nota sigla di Tg2 Dossier), a seguito di Sulle corde di Aries (1973), che contiene Aria di Rivoluzione, reinterpetata poi dai CSI nell’album In quiete; infine M.elle le “Gladiator” (1975), l’ultimo del ciclo sperimentale e quello di più scarso successo. In ogni caso Battiato ottiene con questi cinque album i primi grandi consensi di pubblico, in particolar modo da parte dei gruppi giovanili di contestazione degli anni Settanta; Battiato entra a far parte di diritto nel movimento musicale del rock “progressive” italiano, partecipando a importanti manifestazioni come il Festival del Proletariato giovanile del 1973, organizzato dalla rivista milanese Re nudo; accanto a lui, già dall’anno successivo, ci saranno la Premiata Forneria Marconi e gli Area di Demetrio Stratos, ai quali si sarebbero aggiunti anche altre voci storiche della musica italiana, come Lucio Dalla e Fabrizio De André. Ma è lo stesso Battiato a rifiutare quel tipo di successo e di pubblico, già a partire dall’album Clic, più introspettivo; soprattutto vive con preoccupazione gli effetti che la sua musica provoca sul pubblico, e su se stesso, durante i concerti: 

 

"Suonavamo a volume altissimo e in un inferno di luci stroboscopiche; dietro gli amplificatori avevo sistemato un'enorme croce che a un certo punto prendevo e distruggevo sul palco: il pubblico andava in visibilio, c'erano scene di isteria collettiva, con la gente che devastava i teatri... Anche noi, mentre suonavamo eravamo talmente coinvolti dalla schizofrenia generale che succedevano cose assurde: ricordo una volta in cui il tastierista salì sul corpo del violinista, letteralmente calpestandolo. Un'altra in cui cadendo finii su un cavo scoperto e a malapena sentii la scossa, che pure mi bruciò la schiena. Era follia, follia pura. [...] Dopo qualche tempo mi accorsi che ero entrato in un vero e proprio buco nero. Non era la musica, era una forza del male. L'immagine che Sassi [ai tempi produttore di Battiato, ndr] mi aveva ritagliato addosso aveva finito per condizionarmi nella vita di tutti i giorni e io non ero più in grado di sostenerla. Alla fine mollai e decisi di cambiare tutto. Molti oggi pensano che quella fu una svolta commerciale: non era così".[1]

 

Battiato al Festival di Re Nudo, 1973.

 

Battiato termina quindi la sua esperienza con la musica sperimentale e con i movimenti di protesta, immergendosi nello studio delle culture e delle religioni orientali. Dal 1975 abbraccia le teorie di vari movimenti religiosi, per primo quello dei sufi, corrente mistico-esoterica già conosciuta nel mondo arabo del X secolo. Tra questi vi è la corrente dei dervisci Mevlevi o rotanti, ordine fondato da Jalāl al-Dīn Rūmī nel XIII secolo[2], che Battiato conosce in prima persona durante un viaggio a Konya, in Turchia, poco prima di pubblicare L’era del Cinghiale Bianco (1979), album quasi interamente dedicato al Medio Oriente. I dervisci si esibiscono ancora oggi nella tradizionale danza sacra che consiste principalmente nella rotazione su se stessi, in un movimento precisissimo e coordinato tra i membri del gruppo capace di simulare la rotazione dei pianeti; la danza si protrae fino a quando tutti i dervisci non si accasciano al suolo privi di conoscenza, momento che per loro simboleggia il raggiungimento dell’estasi e la perdita del contatto col mondo materiale. Qui il riferimento a uno più grandi successi di Battiato, Voglio vederti danzare (L’arca di Noè, 1982) è fin troppo chiaro; ma ai sufi e ai dervisci Battiato dedica anche brani quali Il re del mondo (L’era del Cinghiale Bianco) e Clamori (L’arca di Noè, scritta con Henri Thomasson), oltre che lo spettacolo teatrale Genesi (1987), con la collaborazione degli stessi dervisci.

 

Prove dello spettacolo “Genesi” (da F. Messina, Ogni tanto passava una nave)

 

Tradizioni millenarie come quella dei sufi sono alla base degli insegnamenti di Georges Ivanovič Gurdjieff, filosofo, scrittore e mistico armeno vissuto in Russia, tra San Pietroburgo e Mosca, fino alla Rivoluzione del 1917, a causa della quale si sposterà prima a Costantinopoli e infine a Parigi, dove nel 1922 fonderà l’Istituto per lo Sviluppo Armonico dell’uomo, in cui insegnerà, a compimento dei suoi insegnamenti, le «danze sacre» dei dervisci; fino alla sua morte, avvenuta nel 1949, Gurdjieff accoglierà studenti provenienti da tutto il mondo, tenendo conferenze sia in Europa che negli Stati Uniti. La sua opera principale, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, è frutto della trascrizione delle sue lezioni da parte dell’allievo Piotr Demianovich Ouspensky, autore a sua volta del libro La Quarta Via, una rielaborazione delle teorie dello stesso Gurdjieff e altra fonte preziosa per la comprensione dell’opera di Battiato. I Frammenti sono stati tradotti in italiano da Henri Thomasson, uno degli allievi di Gurdjieff, con il quale Battiato darà vita alla casa editrice L’Ottava: fondata nel 1985, attiva fino al 1995, ha rappresentato un progetto editoriale nuovo nel panorama letterario italiano. Battiato sarà, infatti, il primo in Italia a pubblicare alcuni libri di Gurdjieff (considerando i Frammenti un’opera di Ouspensky, già pubblicati nel 1974) e libri di filosofia sufi in genere; con Francesco Messina, amico, grafico e autore delle copertine dei suoi dischi, oltre che tra i co-fondatori dell’Ottava, i due frequenteranno i corsi gurdjieffiani tenuti proprio da Thomasson a Lione[3].

 

Battiato parla di Gurdjieff.

 

Scopo del «sistema» di Gurdjieff è risvegliare la “comprensione di sé” nell’uomo contemporaneo, che è definito “addormentato” e, secondo il filosofo armeno, sempre soggetto a condizionamenti esterni che lo portano ad agire con ‘meccanicità’: “L’uomo è una macchina. Tutto quello che fa, tutte le sue azioni, le sue parole, sono i risultati di influenze esteriori, di impressioni esteriori”. In questa condizione “l’uomo non può scoprire nulla, non può inventare nulla”.[4] L’individuo che è “schiavo” può uscire da questo stato risvegliando la “coscienza”, opposta al pensiero meccanico, e la “volontà”, descritta come un “potere non più composto da desideri svariati”, contraddittori e appartenenti a diversi “io”, ma governato dall’individualità e da un “Io unico e permanente”[5]. 

Nel tentativo di raggiungere questo livello di consapevolezza l’uomo opera solitamente su una delle tre “vie” così individuate da Gurdjieff: quella del “fachiro”, incentrata sul lavoro fisico, quella del “monaco”, focalizzata sul sentimento religioso o sull’emotività, e infine quella dello “yogi”, che persegue esclusivamente la via dell’intelletto. Dopo averle considerate tutte incomplete, Gurdjieff traccia una possibile alternativa, la quarta via, che le include tutte e tre: il metodo per intraprenderla è definito, infatti, come un “lavoro sulle tre camere contemporaneamente”[6], ossia uno sforzo di “comprensione” e coscienza del lavoro su se stessi, nella propria globalità, a differenza delle altre vie che non solo isolano l’uomo dalla vita sociale, ma lo rendono abile in un unico aspetto dei tre considerati. A ognuna delle vie Gurdjieff fa corrispondere uno dei “quattro corpi” che formano l’uomo nella sua totalità: il corpo “carnale” (fisico), il corpo “naturale” (emotivo), il corpo “spirituale” (intellettuale) e il corpo “divino” (Io); quest’ultimo è opposto a quella che Gurdjieff chiama “falsa personalità”[7] dell’Io ‘frammentato’, ed è citata da Battiato in Segnali di Vita (La voce del Padrone, 1981) come ciò che ostacola il “bisogno di una propria evoluzione”. Oltre alla falsa personalità, agiscono contro la realizzazione del sé i “pensieri associativi”[8], cioè tutti i pensieri ‘distraenti’ che fanno perdere la concentrazione sulle proprie azioni, che quindi non permettono, citando ancora il brano di Battiato, di “stare adesso qui”, nel pieno controllo dato dalla volontà. 

Nel sistema di Gurdjieff, riprendendo un antico schema orientale, l’uomo è visto come un cocchiere che guida una carrozza. Secondo questa simbologia la “carrozza” rappresenta il corpo fisico, il “cavallo” l’emotività e il “cocchiere” il centro intellettuale; vi è infine un “Padrone”, che rappresenta l’Io unico e permanente, la coscienza e la volontà. È la ‘voce del Padrone’ (così si chiamerà l’omonimo album di Battiato) a ordinare al cocchiere, legato al cavallo tramite le briglie, di guidare la carrozza; per il funzionamento di questi tre “legami” si presuppone, innanzitutto, che il cocchiere non sia “addormentato” e che “capisca il linguaggio del Padrone” [9]; oltre a ciò, il cocchiere deve imparare a guidare e a curare il cavallo, cioè “comandare le emozioni”[10].

L’uomo che attraverso gli insegnamenti di Gurdjieff intraprende la Quarta Via è definito “uomo n.4” e possiede un equilibrio quasi perfetto tra il centro motore, emozionale e psichico ("quasi", perché difatti il livello massimo è quello dell'"uomo n.7"); egli ha raggiunto cioè il suo “centro di gravità permanente”[11] attraverso lo studio nella scuola e la comprensione della meccanicità nell’uomo «addormentato». 

Alla base dell’azione su se stessi vi è la conoscenza della Legge del Sette o Legge dell’Ottava (da qui il nome della casa editrice), che riprende la suddivisione delle note musicali. Ogni fenomeno e ogni nostra azione producono una vibrazione in un dato segmento dello spazio, di cui è possibile calcolare la frequenza nel tempo; quando la frequenza delle vibrazioni raddoppia rispetto al momento iniziale, cioè si passa da un primo ‘Do’ a un secondo ‘Do’ , si ha un’ottava completa. Come è noto in musica, tra le note Mi-Fa e Si-Do non esiste l’alterazione di un semitono (cioè non esiste Mi# e Si#, se non in scala cosiddetta diatonica); proprio in questi due intervalli, che corrispondono a precisi istanti della vita dell’uomo, accade solitamente che si verifichi una “deviazione” o un “rallentamento”[12] nello sviluppo di una qualsiasi azione che si cerca di portare a termine; ciò avviene a causa di fattori esterni che l’uomo, privo di un centro di gravità permanente, non è in grado di gestire.

La legge dell’Ottava raffigura, in sostanza, le fasi di sviluppo di ogni azione o progetto dell’uomo e gli inevitabili ostacoli «meccanici» che tentano di distrarlo fino a bloccarlo. La ‘deviazione’ è rappresentata dallo schema che segue, in cui l’Ottava appare spezzata:

 

Da Frammenti di un insegnamento Sconosciuto, p.143.

 

Le deviazioni possono continuare fino alla chiusura del cerchio, tornando addirittura al punto di partenza, situazione che indica l’impossibilità da parte dell’uomo di compiere progressi su se stesso.

 

   

Da Frammenti di un insegnamento Sconosciuto, p.143.

 

Contro questa tendenza l’uomo può applicare quello che viene definito uno “shock addizionale, ossia uno sforzo contro i fattori esterni, che permetta di posizionarsi su una nuova ottava esterna o “subordinata”[13] e di proseguire il percorso intrapreso. Il riferimento a Shock in My Town, brano contenuto in Gommalacca (1999), è evidente; inoltre nel brano è indicato Kundalini, figura della letteratura occulta, descritto come un serpente addormentato, simbolo di una “forza latente”[14] che alberga nell’uomo e che attende di essere risvegliata. Nel brano appena citato il risveglio di Kundalini, attraverso lo shock addizionale, è invocato da Battiato non come via di fuga, ma come affermazione di sé nella città caotica, tra “urla di furore” e “generazioni senza più passato, di neo-primitivi”; è il rigetto totale di un mondo artificiale, «meccanico», allucinato dalla “mescalina”, metaforicamente la fonte delle illusioni, materiali e non, che allontano l’uomo da se stesso.

 

Sviluppo completo della Legge dell’Ottava.

(Da Frammenti di un insegnamento sconosciuto, p.416)

 

 

 

[1] Dal sito: http://www.repubblica.it/spettacoli/musica/2014/09/06/foto/franco_battiato_elettronici_anni_settanta-95010037/1/#1

[2] P.D. Ouspensky, Un nuovo modello dell’universo, Edizioni Mediterranee, Roma, 1991, p. 347.

[3] F. Messina, Ogni tanto passava una nave, Bompiani, Milano, 2014, p. 24.

[4] P.D. Ouspensky, Frammenti di un insegnamento sconosciuto, Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma, 1976, p. 27.

[5] Ivi, p. 51.

[6] Ivi, p. 58.

[7] Ivi, p. 248.

[8] ID., La quarta via, Astrolabio-Ubaldini Editore, Roma, 1974, p. 444.

[9] ID., Frammenti di un insegnamento sconosciuto, cit., p.105.

[10] Ibidem.

[11] Ivi, p. 83.

[12] Ivi, p.141.

[13] Ivi, p. 151.

[14] Ivi, p. 244.