I “Quaderni del Pens” si presentano come una “officina”, uno spazio o un contenitore nel quale raccogliere i risultati del lavoro critico che ogni anno il Centro di ricerca realizza intorno a momenti e figure della letteratura italiana del Novecento e contemporanea. In questo primo numero della collana si pubblicano i contributi che sono stati presentati in occasione di un Ciclo di seminari, tenuti presso l’Università del Salento nel corso del 2017, dal titolo “Con testo a fronte. Poeti e testi del Novecento a confronto”, ai quali hanno partecipato studiosi e docenti dell’Università del Salento e di altre Università europee.
Il prossimo 3 dicembre, a Aix-en-Provence, presso l’Università Aix-Marseille, si svolgerà un Seminario di studi dedicato ai tre maggiori autori salentini del secolo scorso. L’incontro, dal titolo “Tre poeti italiani del Novecento fra Sud ed Europa: Girolamo Comi, Vittorio Bodini, Carmelo Bene”, è organizzato dal CAER-Centre Aixos d’Etudes Romanes in collaborazione con la Cattedra di Letteratura italiana contemporanea dell’Università del Salento (Dipartimento di Studi Umanistici).
Pubblichiamo un intervento su Vittorio Bodini di Alessandro Leogrande, scomparso lo scorso 26 novembre. Il contributo è incluso nel volume che raccoglie gli Atti del Convegno "Vittorio Bodini fra Sud ed Europa. (1914-2014)" (Besa, 2017), tenutosi tra Bari e Lecce nel dicembre del 2014, ed è stato letto da Alessandro nel corso di una tavola rotonda presso la libreria Laterza di Bari. Insieme ad amici e maestri come Goffredo Fofi, aveva collaborato con l'Università del Salento in occasione di un altro Convegno, dedicato alla figura di Rina Durante, i cui Atti sono raccolti nel volume "Rina Durante. Il mestiere del narrare" (Milella, 2015). Con la sua solita, sobria ed elegante disponibilità, Leogrande aderì a suo tempo anche al progetto del Pens e infatti ancora oggi fa parte del Comitato scientifico del Centro di ricerca. A chi ha avuto il privilegio di conoscerlo e di incrociare per lavoro il suo percorso, ma soprattutto per chi resta e ha letto o dovrà ancora leggere i suoi scritti, spetta il compito di riflettere sull'eredità di questo amico buono e dall'intelligenza non comune, figlio degno della grande stagione del meridionalismo, protagonista della scrittura di inchiesta, infaticabile intellettuale vagante tra i vecchi e i giovani delle scuole e biblioteche e Università e librerie italiane, da Nord a Sud. Devono restare come pietre di paragone, per il nostro lavoro intellettuale di ogni giorno, la sua competenza polimorfa che si univa a una rara capacità di chiarezza dialogica e divulgativa, la curiosità e la passione civile alle quali si accompagnavano il metodo, il rigore e la fatica della ricerca: il profilo scientifico e umano di uno studioso tra i migliori e più completi della sua generazione, lontano dai narcisismi e dagli imperativi nefasti della visibilità a tutti i costi, eppure presente e autorevole come pochi. Proprio come un (piccolo) maestro.
[fm].
Martedì 21 marzo 2017 - Sulle tracce di Bodini.
Passeggiata letteraria per le strade di Lecce.
Il via alle ore 16.30 Porta Napoli
incontro conclusivo ore 20.00 Fondo Verri
Alla passeggiata pomeridiana e all’incontro serale parteciperanno Valentina Bodini, figlia dello scrittore e Presidente del Centro Studi Bodini; il prof. Antonio Lucio Giannone; Simone Giorgino, Antonella Vinci, Carolina Tundo e Andrea Donaera del Centro di ricerca PENS; Elisabetta Cucurachi di Lecce Festival Letteratura; Mauro Marino e Piero Rapanà del Fondo Verri e il musicista Roberto Gagliardi.
Vittorio Bodini nasce a Bari il 6 gennaio 1914 da una famiglia di origine e tradizioni leccesi. All’età di tre anni, dopo la morte del padre, ritorna con la madre nel capoluogo salentino, dove frequenta le scuole fino al conseguimento della maturità classica presso il Ginnasio-Liceo «G. Palmieri». Nel 1931 fa il suo esordio sul settimanale «La Voce del Salento», fondato e diretto dal nonno materno, Pietro Marti, storico e giornalista locale, pubblicando articoli vari e prosette creative. L’anno successivo aderisce al futurismo e fonda il Futurblocco leccese, vivacizzando con polemiche giornalistiche e iniziative di vario genere l’ambiente culturale leccese. Pubblica poesie e prose anche su «Vecchio e Nuovo», un settimanale diretto da Ernesto Alvino, che per tutto il 1932 ospita le composizioni dei futuristi. Tra i suoi scritti di questi mesi si segnala il Manifesto ai pugliesi della provincia, firmato insieme a Elèmo d’Avila, mentre nel febbraio del 1933 dedica alcuni interventi alla mostra di aeropittura del coetaneo Mino Delle Site, che difende dagli attacchi dei “passatisti” locali.