Una poesia inedita di Vivian Lamarque, donata dall'autrice al Centro di ricerca "PENS: Poesia Contemporanea e Nuove Scritture" in occasione della III Edizione del Premio Letterario Vittorio Bodini.

Il soggetto che Lacan dispiega – e in qualche modo risolve – nel procedere tortuoso dei suoi Seminari, è fondato su questioni cliniche e su teorie radicate in un sistema enciclopedico, monumentale, vastissimo, ma non per questo non malleabile, e applicabile invece alla comprensione di prodotti e processi della vita e della cultura moderna. È proprio nelle proprietà comunicative, risolutive e commutative di cui gode il suo pensiero che si possono trovare le motivazioni – anche urgenti – per accostare Lacan al cinema, alla musica, alla letteratura.

 

 

Il tempo materiale è stato pubblicato da Giorgio Vasta nel 2008, per i tipi di Minimum Fax. Benché il nome di Vasta circolasse già nell’ambiente culturale, si è trattato del suo esordio, avvenuto dunque piuttosto tardivamente per gli standard attuali dell’industria editoriale (si ricorda che lo scrittore è nato a Palermo nel 1970). A questo romanzo sono poi seguiti Spaesamento (2010) e Presente (2012), quest’ultimo in collaborazione con altri scrittori.

Sin dalla sua pubblicazione, Il tempo materiale è stato salutato come una delle opere più importanti nel panorama della letteratura italiana degli ultimi anni. Nel recensirlo si sono spesi, sulle varie riviste, alcuni tra i maggiori critici letterari del nostro tempo, tra cui Marco Belpoliti, Raffaele Donnarumma e Romano Luperini.

Intervista realizzata in occasione della serata conclusiva della IV Edizione del "Premio Vittorio Bodini Poesia e Traduzione", svoltasi il 15 ottobre 2016 a Lecce.

Vivian Lamarque ha vinto il primo premio nella sezione Poesia, con la sua ultima raccolta Madre d'inverno (Mondadori, 2016).

 

In una sincronia verticale di voci e fonti che interseca esperienze care a Fortini come quelle di Benjamin, Bloch, Adorno, Brecht, si tratta in prima istanza della polemica contro la nozione di progresso, per la quale il presente si istituisce come tempo eterno, «omogeneo e vuoto», delusivo spazio dell’attesa; il processo storico si fonderebbe sulla sintesi armonica di rinnovamento e conservazione, lo svolgimento del divenire sulla cancellazione delle discontinuità.