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Mercoledì, 26 Aprile 2017 23:23

Ritratti. Vittore Fiore

Scritto da Andrea Donaera
Vittore Fiore Vittore Fiore

Vittore Fiore nasce a Gallipoli il 20 gennaio 1920, da Maria Piccolo, gallipolina, e da Tommaso Fiore, celebre meridionalista di Altamura. A quindici anni si trasferisce nel paese del padre, dove riceve una formazione fondata su un convinto antifascismo e un appassionato legame con il Meridione e le questioni meridionaliste. Nel 1942 viene arrestato e mandato al confino a Camerino, in provincia di Macerata, per poi essere rilasciato ma nuovamente arrestato a Bari nel 1943; il 28 luglio riesce a fuggire dal carcere, durante una sommossa che il generale Roatta tenterà di sedare sparando sulla folla – tra i morti di quel giorno ci sarà anche Graziano, fratello di Vittore, anche lui incarcerato a Bari. Da questo momento Fiore comincia un’attività clandestina, dirigendo il Movimento giovanile liberalsocialista, che lo porterà in seguito ad affiancarsi al Partito d’Azione e, successivamente, a ricoprire incarichi nel PSI

Nel 1944 fonda la rivista Il nuovo Risorgimento, per la quale scrissero autori come Salvemini e Bodini, ma l’esperienza si chiuse nel 1946. Fiore tenta per tutta la vita di introdursi nei circuiti culturali nazionali, pubblicando opere di saggistica e dedicandosi all’attività di giornalista: nel 1949 pubblica Strumenti della lotta meridionalista (Lacaita); svolge per quasi mezzo secolo l’attività di cronista e collaboratore per la Gazzetta del Mezzogiorno e per il quotidiano barese La voce; nel 1962 partecipa, insieme ad autori come Franco Fortini, all’antologia di testimonianze La generazione degli anni difficili (Laterza), a cura di Ettore Bertoni; durante gli anni Sessanta e Settanta dirige la rivista Delta e collabora attivamente al periodico della Fiera del Levante, Civiltà degli scambi; nel 1989 pubblica un altro volume di saggistica, Dal cemento al cervello (Delta). L’attività di poeta lo porterà a pubblicare tre raccolte: Ero nato sui mari del tonno (1954, Schwarz), Qualcosa di nuovo intorno (1993, Il laboratorio) e Io non avevo la tua fresca guancia (1996, Palomar).

Fiore sarà per tutta la vita impegnato a costruire qualcosa di solido attraverso le sue attività di operatore culturale, ma la sua unica fonte di guadagno è rimasta quasi sempre solo quella proveniente dal lavoro di pubblicista. In vecchiaia si ritrova dunque povero, passando gli ultimi anni in una casa di riposo per anziani a spese del Comune di Capurso, in provincia di Bari. Nel 1999, anche grazie all’interessamento di Norberto Bobbio, gli viene assegnato il vitalizio Bacchelli per meriti culturali, ma il 21 febbraio, pochi giorni dopo aver ricevuto la notizia, Fiore morirà.

I tributi all’operato di Fiore, specialmente letterario, continuano anche dopo la sua morte: nel 2003 il suo racconto Nicola a Copertino viene ripubblicato da I Quaderni del Bardo, con una nota di Rina Durante; nel 2008 viene inserito nella guida poetico-sonora edita dal Fondo Verri Qui se mai verrai (il titolo è proprio un verso di Fiore); nel 2009 Palomar ristampa Ero nato sui mari del tonno, in un’edizione con testo francese a fronte.

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