È online il sesto numero dei «Quaderni del PENS», disponibile a questo link.

Dopo la Premessa di Fabio Moliterni, i due saggi che aprono il fascicolo, di Francesco Muzzioli e Andrea Inglese, permettono di fissare provvisoriamente le coordinate teoriche e storico-letterarie del dialogo (o del conflitto) tra poesia e immagini nella modernità e nel sistema culturale contemporaneo.

Seguono alcuni contributi sull’immagine (pittorica, fotografica e non solo) come “agente” o “innesco” poetico; sull’intreccio interartistico che si determina in un discorso “fuori formato” che punta non più, o non soltanto, alla demistificazione, alla parodia o al riuso citazionistico e straniante dei linguaggi dei (nuovi) media, ma alla definizione installativa o “espansa” del testo verbale segnato nel profondo dalle interazioni strutturali con le arti della visione.

Con il 1980, con la strage di agosto alla stazione, la città di Bologna raggiunge un punto di non ritorno; Roberto Roversi partecipa al cordoglio, esorta alla resistenza, usa il mezzo mediatico da lui meglio conosciuto: la parola scritta. Pubblica articoli e poesie a soggetto, poi, insieme ai suoi compagni, va avanti nel progetto eso-editoriale che sperimenta la prassi, già collaudata, di un impegno civile mediato dalla poesia. Un’esperienza redazionale direttamente legata a questo umore è “Il foglio dei quattro giorni”, apparso dal 30 luglio al 2 agosto del 1981 in occasione delle manifestazioni culturali organizzate nel capoluogo emiliano in commemorazione dell’attentato. Al consolidato binomio Roversi-Maldini, si aggiungono nel gruppo redazionale Bruno Brunini, Nicola Muschitiello e Mino Petazzini; il foglio «si propone di essere un registro, sia pure essenziale, degli stati d’animo, dei pensieri, delle speranze, delle aspettative, dei sentimenti dei giovani convenuti a Bologna per le Manifestazioni del 2 agosto»

Giovedì 11 maggio alle ore 11.00, nella Sala Grottesca del Rettorato (Lecce, Piazza Tancredi), nell’ambito del Corso di Letteratura italiana contemporanea  (Prof. Antonio Lucio Giannone), il prof. Yannick Gouchan terrà un seminario di studi dal titolo “Vittorio Sereni e la storia”.

Gouchan, che insegna Letteratura italiana presso l’Università di Aix-Marseille (Francia), si è occupato di narrativa del Novecento e di poesia italiana contemporanea, prevalentemente di Pascoli, Saba, Penna, Bertolucci, Sereni, Quasimodo.

Ha pubblicato nel 2016, con Luca Bani, il volume La figura del fanciullo nell’opera di D’Annunzio, di Pascoli e dei crepuscolari.

C’è un tassello mancante, una falla, nel diagramma della scrittura di Cosimo Argentina. Ed è pericoloso che questa falla non si leghi ad un momento qualsiasi dell’opera dello scrittore tarantino, ma alle sue origini. Lettori più e meno affezionati, esperti del settore e neofiti: tutti pensano (e sono invitati a pensare) che la prima orma appartenga a Leonida Ciocri, chiamato nell’anno 1999 a cercare un riscatto sotto tre differenti e fallimentari vesti: militare prima, studente poi e scrittore infine. Il Cadetto, Marsilio editore, premio Kihlgren per l’opera prima: questo recita la bibliografia. Peccato che la cronologia necessiti di un fondamentale aggiornamento. (Mercoledì 5 e Giovedì 6 aprile, una due giorni su Argentina all'Università del Salento, nell'ambito di Working Class, il ciclo di seminari su fabbriche, lavoro e nuove scritture organizzato da Pens)